Questa è la storia di una palazzina, lasciata nel degrado da oltre 30 anni, nel cuore di Borgo San Paolo. Uno stabile chiuso e disabitato che ha ripreso vita soltanto per un breve periodo 7 anni fa, quando venne occupato da un gruppo di ragazzi e ragazze del CSOA Gabrio, sgomberati con la forza dalla polizia. Negli anni però la situazione non è cambiata e fino ad oggi la proprietà ha lasciato vuota e abbandonata la palazzina, senza vita e in condizioni pessime.
Ma questa è anche la nostra storia, quella di numerose persone e famiglie. La crisi e la condizione di precarietà lavorativa (contratti precari, lavoro in nero, qualche stage come unico sostentamento alla “veneranda” soglia dei 50 anni) non hanno consentito a molti di noi di poter continuare a pagare l’affitto e di conseguenza a breve saremmo stati sbattuti in mezzo alla strada.
Nessuna risposta ai nostri problemi da parte delle istituzioni (Comune, Regione e servizi sociali) che, anzi, ci hanno voltato le spalle negandoci ogni prospettiva futura.
Questa è la storia di persone che hanno deciso di lottare, di prendere in mano il proprio futuro, anche attraverso la redistribuzione di beni e la riappropriazione di uno spazio abbandonato.
Perchè così tante palazzine di privati e pubbliche sono chiuse nonostante l’esigenza concreta di molte persone di avere un tetto sulla testa? Perchè, come è già avvenuto in altre città italiane, il sindaco non requisisce le palazzine di privati chiuse da anni, per restituirle alla collettività?
Perchè molti immobili ATC e comunali sono chiusi da anni e a Torino sono state assegnate solo 200 case in emergenza abitativa, a fronte di oltre 3.500 sfratti eseguiti?
Abbiamo occupato questo stabile consapevoli delle difficoltà che ci attenderanno nei mesi futuri e che il nostro percorso di lotta e resistenza è solo agli albori: sono molti i lavori di autorecupero da affrontare, la residenza da ottenere all’interno dell’immobile occupato, la richiesta di sgombero che sicuramente la proprietà avanzerà per poter tornare a speculare su un immobile vuoto.
Sono questi i motivi che ci spingono a chiedere anche la tua solidarietà.
Il quartiere in cui da oggi vivremo è stato esempio di solidarietà e partecipazione attiva già con l’occupazione dello stabile di via Revello 34 bis dove ha trovato la propria casa Peppe, sfrattato a fine marzo.
Di fronte ad una situazione ogni giorno più insostenibile e ai tagli indiscriminati, riteniamo che sia necessario e urgente:
-L’IMMEDIATO BLOCCO DEGLI SFRATTI;
-L’ASSEGNAZIONE DELLE CASE ATC E COMUNALI SFITTE;
-LA REQUISIZIONE DEGLI IMMOBILI PRIVATI SFITTI DA ANNI;
-L’APERTURA DI UNA TRATTATIVA CON IL COMUNE SULLA NOSTRA ATTUALE SITUAZIONE ABITATIVA.
Vieni a trovarci, porta con te tutto quello che può essere utile in una nuova casa o anche solo il tuo tempo per dimostrare che il quartiere borgo San Paolo è vicino e supporta la lotta per il diritto all’abitare e al vivere dignitoso di chi, ad oggi, paga sulla propria pelle il prezzo della crisi.
Gli inquilini e le inquiline di Via Muriaglio 11