La mattina del 24 ottobre scorso, si sono presentati al Centro Sociale Autogestito Terra Di Nessuno i reparti digos e antidroga.
Si sono presentati con mandato di perquisizione per accertare la presenza di piante di cannabis, trovandone e sequestrandone numerose

Alla luce dei recenti avvenimenti, non possiamo che ribadire a gran voce che le nostre pratiche di autoproduzione sono motivate dalla piena consapevolezza che quest’ultime siano l’unico modo per sottrarsi al controllo delle narcomafie, sempre più agevolate dalla strategia repressiva proibizionista dello stato.
Una politica che non fa altro che penalizzare i cittadini con gli enormi costi della repressione (carceri, tribunali, polizia) e non intacca minimamente gli interessi delle mafie che ne traggono enormi profitti.

Il panorama nazionale non è roseo, un detenuto su tre è in carcere a causa della legge fini/giovanardi sulle droghe, i costi che queste leggi hanno sul sistema giudiziario e carcerario sono stimati intorno ai 2 miliardi di euro all’anno, mentre la criminalità organizzata trae profitti di decine di miliardi di euro all’anno dal narcotraffico.
Oltre alle continue persecuzioni verso i consumatori a scopo ricreativo, i malati che necessitano delle proprietà curative della cannabis non possono accedervi a causa degli ostacoli burocratici ed economici che queste politiche impongono.

E’ giunto il momento di alzare la testa, prendere coscienza della situazione e mettersi in gioco attivamente.
Poiché solo attraverso le pratiche collettive di autogestione e autoproduzione si può ottenere il riconoscimento dei diritti che le attuali legislazioni negano a pazienti e consumatori.
Vi invitiamo dunque, oltre a partecipare alla Festa del Raccolto (che si svolgerà sabato 23 Novembre), a informarvi e partecipare alle iniziative antiproibizioniste, perchè solo uniti portremo scardinare il proibizionismo e riappropriarci dei diritti che ci spettano.

La repressione non ci ferma!
Le idee non si sequestrano!

Collettivo CSA Terra di Nessuno